Un’Unione sempre più biologica:
quali costi umani avrà il boom dell’agricoltura bio in UE?

L’UE è sull’orlo di un boom dell’agricoltura biologica.

La Commissione europea mira a triplicare la superficie agricola biologica dell’UE dall’attuale 8,5% del terreno agricolo a un quarto entro il 2030.

Fondi e sussidi saranno disponibili a livello nazionale e comunitario per finanziare questa rivoluzione.

L’agricoltura biologica non usa sostanze chimiche, il che significa che spesso richiede più lavoro dell’agricoltura convenzionale.

Per alimentare questa spinta, le aziende agricole potrebbero avere bisogno di più lavoratori, i cui compiti sono spesso molto duri.

Tuttavia uno dei principali problemi dell’agricoltura nei paesi dell’UE è la sua dipendenza dai lavoratori stranieri, che sono a rischio di sfruttamento, abuso e tratta.

Il nostro team ha trascorso gli ultimi sei mesi ad indagare questo fenomeno in un progetto finanziato con l’aiuto di IJ4EU, con particolare attenzione all’Italia, che già oggi è uno dei principali produttori biologici europei e ha il potenziale per crescere ulteriormente.

I campi, i frutteti e le serre italiane dipendono da lavoratori provenienti dalla Romania e, recentemente, da stati dell’Africa subsahariana come Sierra Leone, Nigeria, Gambia e Senegal.

Abbiamo raccolto dati sull’agricoltura biologica e sui cambiamenti nei trend dei lavoratori stranieri, abbiamo cercato soluzioni alla crescente domanda in crescita di cibo biologico e abbiamo riflettuto su un problema da seguirecon attenzione – lo sfruttamento dei lavoratori stranieri nelle aziende agricole biologiche.

Articoli

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I romeni se ne vanno

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Il giusto prezzo: lo sfruttamento lavorativo nell’agricoltura biologica

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di Paolo Riva | foto di Diego Ravier | 05.02.2022

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Squadra

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Michael Bird

Michael Bird è un giornalista freelance attualmente residente a Bucarest. Suoi lavori sono stati pubblicati da Vice, Decat O Revista, The Independent on Sunday, Politico, EU Observer e Mediapart. Già redattore di The Black Sea e The Diplomat-Bucharest, ha anche lavorato come freelance per BBC Radio e Deutsche Welle.

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Andrei Cotrut

Andrei Cotrut è un illustratore, autore di animazioni e fumetti, che può essere trovato sotto lo pseudonimo di Krank. Viene dalla città degli angeli – Constanza, Romania.

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Vlad Odobescu

Vlad Odobescu è un giornalista rumeno che lavora con Scena9, una rivista con sede a Bucarest. Le sue storie sono state pubblicate da USA Today, Politico.eu, New Statesman e Balkan Insight. Nel 2014-2015 è stato un Hubert H. Humphrey fellow all’Arizona State University e nel 2015 un Milena Jesenska fellow all’Istituto per le Scienze Umane (IWM) di Vienna.

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Diego Ravier

Diego Ravier è un fotogiornalista freelance, narratore multimediale ed educatore impegnato a documentare storie di rilevanza sociale.

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Paolo Riva

Paolo Riva è un giornalista freelance di base tra Bruxelles e Milano, specializzato in questioni sociali e affari europei. I suoi lavori sono apparsi su Corriere della sera, BBC World Service, Open Migration, Il Post, Il Foglio, Q Code Magazine, e The Big Issue Zambia. Attualmente lavora a A Brave New Europe con Slow News e Secondo Welfare.

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Razvan Zamfira

Razvan Zamfira è un information designer rumeno con un background in architettura e studi urbani. Nel 2018 ha fondato Studio Interrobang, uno studio di design rumeno focalizzato principalmente sul design dell’informazione e sulla visualizzazione dei dati.