Contando il costo della rivoluzione organica

di M. Bird, P. Riva, R. Zamfira, V. Odobescu | 02.02.2022

Le vendite di alimenti biologici sono in grande crescita in Europa e l'agricoltura del continente sta cambiando per soddisfare questa domanda.

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Produttori biologici in UE nel 2019
2019 2010 343.000 220.000

N. di produttori biologici:

Italia 70561 Francia 47196 Spagna 41838 Malta Lussemburgo Slovacchia Cipro Irlanda Olanda Estonia Belgio Lituania Slovenia Danimarca Lettonia RepubblicaCeca Finlandia Ungheria Croazia Portogallo Svezia Bulgaria Romania Polonia Austria Grecia 24 105 802 1252 1725 1867 2060 2394 2417 3823 4109 4178 4694 5129 5136 5153 5637 5730 6213 9277 18655 26042 30124 Germania 34136
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Valore del mercato degli alimenti biologici in UE nel 2019
2019 2010 41 bil € 18 bil €

Valore dei mercati alimentari biologici locali:

Germania 11970 mil.€ Francia 11295 mil.€ Italia 3625 mil. € Malta Cipro Slovacchia Portogallo Ungheria Bulgaria Romania Slovenia Lituania Lettonia Estonia Grecia Croazia Lussemburgo RepubblicaCeca Irlanda Polonia Finlandia Belgio Olanda Austria Danimarca Spagna 1 mil. € 4 mil. € 21 mil. € 30 mil. € 30 mil. € 40 mil. € 48 mil. € 50 mil. € 51 mil. € 61 mil. € 66 mil. € 99 mil. € 160 mil. € 164 mil. € 206 mil. € 314 mil. € 368 mil. € 779 mil. € 1211 mil. € 1920 mil. € 1978 mil. € 2133 mil. € Svezia 2143 mil. € -
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Spesa media pro capite in alimenti biologici in UE nel 2018
2019 2010 84 49

Medie di spesa pro capite (2018):

Danimarca 344€ Lussemburgo 264€ Austria 215€ Malta Portogallo Slovacchia Cipro Romania Ungheria Bulgaria Grecia Lettonia Polonia RepubblicaCeca Lituania Croazia Slovenia Irlanda Estonia Spagna Italia Finlandia Belgio Olanda Germania Francia - - - 1 2€ 3€ 4€ 5€ 6€ 8€ 16€ 17 24€ 26€ 43€ 46€ 46€ 59€ 66€ 68€ 71 144€ 173€ Svezia 214€
Germania Danimarca Italia 11970 mil.€ 344€ 70561 Francia Lussemburgo Francia 11295 mil.€ 264€ 47196 Malta Cipro Slovacchia Portogallo Ungheria Bulgaria Romania Slovenia Lituania Lettonia Estonia Grecia Croazia Lussemburgo RepubblicaCeca Irlanda Polonia Finlandia Belgio Olanda Austria Danimarca Spagna Italia Malta Portogallo Slovacchia Cipro Romania Ungheria Bulgaria Grecia Lettonia Polonia RepubblicaCeca Lituania Croazia Slovenia Irlanda Estonia Spagna Italia Finlandia Belgio Olanda Germania Francia Austria Malta Lussemburgo Slovacchia Cipro Irlanda Olanda Estonia Belgio Lituania Slovenia Danimarca Lettonia RepubblicaCeca Finlandia Ungheria Croazia Portogallo Svezia Bulgaria Romania Polonia Austria Grecia Spagna 1 mil. € 4 mil. € 21 mil. € 30 mil. € 30 mil. € 40 mil. € 48 mil. € 50 mil. € 51 mil. € 61 mil. € 66 mil. € 99 mil. € 160 mil. € 164 mil. € 206 mil. € 314 mil. € 368 mil. € 779 mil. € 1211 mil. € 1920 mil. € 1978 mil. € 2133 mil. € 3625 mil. € - - - 1 2€ 3€ 4€ 5€ 6€ 8€ 16€ 17 24€ 26€ 43€ 46€ 46€ 59€ 66€ 68€ 71 144€ 173€ 215€ 24 105 802 1252 1725 1867 2060 2394 2417 3823 4109 4178 4694 5129 5136 5153 5637 5730 6213 9277 18655 26042 30124 41838 Svezia Svezia Germania 2143 mil. € 214€ 34136 - N. di produttori biologici: Valore del mercato alimentare biologico locale: Media di spesa pro capite nel 2018: Italia 70561 Italia Italia 3625 mil. € 59€ Francia Francia 11295 mil.€ 47196 Francia 173€ Spagna Spagna Spagna 2133 mil. € 41838 Germania 11970 mil.€ Germania 144€ Germania 34136 Grecia Grecia Grecia 66 mil. € 5€ 30124 Austria Austria Austria 1920 mil. € 215€ 26042 Polonia Polonia Polonia 314 mil. € 8€ 18655 Romania Romania Romania 40 mil. € 2€ 9277 Bulgaria Bulgaria Bulgaria 30 mil. € 4€ 6213 Svezia 5730 Svezia Svezia 2143 mil. € 214€ Portogallo Portogallo Portogallo 21 mil. € - 5637 Croazia Croazia Croazia 99 mil. € 24€ 5153 Ungheria Ungheria Ungheria 30 mil. € 3€ 5136 Finlandia Finlandia Finlandia 368 mil. € 66€ 5129 RepubblicaCeca RepubblicaCeca Repubblica Ceca 164 mil. € 16€ 4694 Lettonia Lettonia Lettonia 51 mil. € 6€ 4178 Danimarca 344€ Danimarca Danimarca 1978 mil. € 4109 Slovenia Slovenia Slovenia 48 mil. € 26€ 3823 Lituania Lituania Lituania 50 mil. € 17 2417 Belgio Belgio Belgio 779 mil. € 68€ 2394 Estonia Estonia Estonia 61 mil. € 46€ 2060 Olanda Olanda Olanda 1211 mil. € 71 1867 Irlanda Irlanda Irlanda 206 mil. € 43€ 1725 Cipro Cipro Cipro 1 mil. € 1 1252 Slovacchia Slovacchia Slovacchia 4 mil. € - 802 Lussemburgo 264€ Lussemburgo Lussemburgo 160 mil. € 105 Malta Malta Malta - 24 -

Fonte: FiBL - The Research Institute of Organic Agriculture

Agricoltura biologica: cosa signifca?

Fertilizzanti naturali per il terreno come il compost e le alghe
Pesticidi naturali fatti da piante, animali, microrganismi o minerali
Nessun prodotto ottenuto da colture geneticamente modificate utilizzato nel processo di coltivazione di cibo e bestiame
Uso di antibiotici come ultima risorsa nell'allevamento di animali
Migliore benessere degli animali, assicurando per esempio che gli animali abbiano accesso allo spazio esterno.

Quali paesi coltivano più cibo biologico e quale è il loro potenziale per il futuro?

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Totale terreni agricoli biologici (ha) nel 2019 in UE
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Stato attuale dei terreni agricoli biologici in UE
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Obiettivo dell'UE per l'agricoltura biologica nei 27 Stati membri

L'Italia ha il più alto potenziale di crescita nel settore biologico

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Sostegno della PAC per l'agricoltura biologica
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Terreno biologico coltivato
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Operatori biologici
Prati epascoli 31 % Calabria Sardegna Sicilia 129k ha 85k ha 61k ha Cereali 17% Basilicata Sicilia Puglia 60k ha 51k ha 37k ha Vite 5% Toscana Puglia Sicilia 30k ha 17k ha 15k ha Coltureforaggere 20 % Toscana Sicilia Emilia-Romagna 65k ha 62k ha 43k ha Olivo 12% Sicilia Calabria Puglia 73k ha 71k ha 39k ha Altrecolture 15% Calabria Puglia Sicilia 61k ha 49k ha 24k ha 613kha 397kha 330kha 243kha 109kha 370kha
Vite Cereali Coltureforaggere Prati epascoli Altrecolture 31 % 17% 5% 15% 613k ha 397k ha 330k ha 243k ha 109k ha 370k ha 20 % Olivo 12% Calabria Sardegna Sicilia 129k ha 85k ha 61k ha Basilicata Sicilia Puglia 60k ha 51k ha 37k ha Toscana Puglia Sicilia 30k ha 17k ha 15k ha Toscana Sicilia Emilia-Romagna 65k ha 62k ha 43k ha Sicilia Calabria Puglia 73k ha 71k ha 39k ha Calabria Puglia Sicilia 61k ha 49k ha 24k ha

L'agricoltura è dipendente dai lavoratori stranieri

Il numero di migranti che lavorano in agricoltura in Italia è aumentato del 90% nell'ultimo decennio

1 % Macedonia del Nord(11k) 0.2 % Cina(2k) 0.2 % Cina(2k) 10.5 % Romania(110k) 1 % Macedonia del Nord(11k) 1.1 % Senegal(11k) 1.2 % Bulgaria(12k) 1.2 % Tunisia(13k) 1.3 % Polonia(14k) 3 % Albania(31k) 3 % India(33k) 3 % Marocco(33k) 10.5 % Romania(110k) 3 % India(33k) 3 % Albania(31k) 1.3 % Polonia(14k) 1.2 % Tunisia(13k) 1.1 % Senegal(11k) 1 % Macedonia del Nord(11k) 0.2 % Cina(2k) 0.2 % Cina(2k) 3 % Marocco(33k) 1.2 % Bulgaria(12k)

Fonte: CREA - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria - Il contributo dei lavoratori stranieri all'agricoltura italiana

10.5 % Romania(110k) 3 % Marocco(33k) 3 % India(33k) 3 % Albania(31k) 1.3 % Polonia(14k) 1.2 % Tunisia(13k) 1.2 % Bulgaria(12k) 1.1 % Senegal(11k) 1 % Macedonia del Nord(11k) 0.2 % Cina(2k)

Fonte: CREA - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria - Il contributo dei lavoratori stranieri all'agricoltura italiana

Il maltrattamento dei lavoratori agricoli è molto diffuso

L'agricoltura è uno dei primi settori economici in Italia dove i lavoratori sono a rischio di sfruttamento lavorativo

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Aumento dei lavoratori migranti in agricoltura nell'ultimo decennio (2009-2019)
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lavoratori agricoli esposti al rischio di sfruttamento in Italia (2019)
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lavoratori agricoli morti in Italia a causa di condizioni di lavoro di sfruttamento (2013-2019)

Lavoratori e lavoratrici oossono essere soggetti a:

Condizioni di vita dure

Sequestro di documenti d’identità da parte dei capi

Straordinari non pagati

Avvelenamento da pesticidi

Sfruttamento sessuale

Condizioni di vita dure
"Ho un caso di un pastore che è morto sul lavoro. Stiamo facendo causa al datore di lavoro per sfruttamento. Era costretto a dormire in una baracca a dicembre, senza un letto, senza un materasso, senza vestiti extra, senza niente. Era di un villaggio di Vrancea, vicino a Focșani, in Romania. Non si tratterebbe così un cane randagio. Non gli hanno nemmeno fatto un'autopsia, ma un esame esterno, lo hanno messo nella bara e lo hanno mandato a casa. E ora stiamo cercando di dissotterrare il cadavere in Romania per determinare la causa della morte".

Camelia Cutolo, Avvocata, Italia
Sequestro di documenti d'identità da parte dei capi
"Ahimè, ci sono persone con un analfabetismo dei diritti. Non sono informate, non firmano i contratti e si trovano in una situazione delicata. Ci sono lavoratori che mi hanno detto: 'Lavoro in nero. [i padroni] mi hanno preso la carta d'identità, non mi hanno pagato, lavoro 12 ore nel campo, senza acqua. Ho paura di denunciare il padrone, perché ho accettato di lavorare così e mi metteranno in prigione".

Emilia Bartoli Spurcaciu, FLAI-CGIL sezione Romania
Straordinari non pagati
"Abbiamo lavorato 25 euro al giorno in condizioni in cui lavoravamo dieci ore, perché ci era stato detto che avremmo ricevuto 2,5 euro all'ora. Il problema era che lavoravamo 12-13 ore. Tutto dipendeva dalle richieste che ci venivano fatte - pioveva, ma non importava, perché dovevamo finire il lavoro. C'erano cose che non venivano rispettate. Il programma non era rispettato".

Maria N, ex lavoratrice agricola Iasi, Romania
Sfruttamento sessuale
"Una storia drammatica riguardava una donna sola con due bambini, che viveva nelle fattorie, senza trasporti, in mezzo al nulla. I bambini volevano andare a scuola, così il datore di lavoro si è offerto di accompagnarli, ma, in un certo senso, portarli a scuola è diventato un modo per ricattare la donna con un abuso sessuale. All'inizio, lei ha accettato, perché non aveva alternative, ma quando ha capito che questo era troppo, ha cercato di scappare. La reazione è stata molto violenta da parte dei datori di lavoro che non davano acqua e cibo alla famiglia. È scappata e ha raggiunto una Ong locale".

Letizia Palumbo, ricercatrice del Migration Policy Centre
Avvelenamento da pesticidi
"Nelle serre, molti lavoratori muoiono per intossicazione, a causa dell'inalazione di pesticidi", secondo l'avvocato Camelia Curtolo. Un rapporto del Parlamento europeo del 2018 sulla vulnerabilità delle donne, ha anche dichiarato che ci sono "centinaia" di bambini migranti a Ragusa, in Sicilia, senza istruzione, che vivono intorno alle serre, dove i loro genitori lavorano tutto l'anno. Molti di questi bambini non sono stati vaccinati e hanno un'alta frequenza di malattie, come bronchiti, malattie della pelle e intossicazioni alimentari, dovute alla presenza di pesticidi.

The vulnerability to exploitation of women migrant workers in agriculture in the EU: the need for a Human Rights and Gender based approach
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Poiché le fattorie biologiche non usano sostanze chimiche, il lavoro per mantenere i campi può richiedere più manodopera e più ore rispetto all'agricoltura convenzionale

Ma alcune di queste aziende trattano male i lavoratori

Ecco come vengono sfruttati i lavoratori migranti in alcune aziende biologiche in Italia:
I migranti accettano lo sfruttamento come prezzo per il permesso di soggiorno
"Ho sempre accettato di essere sfruttato per la semplice ragione che altrimenti non avrei potuto rinnovare il mio permesso di soggiorno. I miei datori di lavoro esigono che siamo sempre a loro disposizione e che siamo sempre pronti ad andare nei campi quando ci chiamano. ... Tutti i miei connazionali sono in questa situazione ma nessuno si ribella per paura di perdere la residenza".

Ouedraogo, lavoratore in un'azienda agricola biologica a Saluzzo (CN), Piemonte, Italia
I lavoratori devono pagare il proprio equipaggiamento, l'acqua e l'affitto ai datori di lavoro
"Ho lavorato nei campi e in magazzino. Ho comprato guanti con i miei soldi. Ho comprato le calze con i miei soldi. Ho comprato l'acqua con i miei soldi. Ho lavorato dalle sei del mattino alle otto di sera, a volte alle nove, a volte alle undici. Dovevo pagare all’azienda sei euro ogni giorno per l'alloggio".

Lavoratore dell'Africa occidentale, ex-lavoratore per azienda agricola biologica (2017-2018), Foggia
Le buste paga dichiarano che i lavoratori sono pagati più di quanto non lo siano nella realtà
"Ricevo circa 750 euro al mese. La mia paga è calcolata in base alle ore di lavoro: per ogni ora di lavoro prendo 4,5 euro. Tuttavia, ho notato che la mia busta paga dice che ricevo 6,5 euro all'ora".

Aboubabcar, lavoratore in un'azienda agricola biologica a Zapponeta (FG), Puglia, Italia
I lavoratori ricevono meno di quanto promesso dai datori di lavoro
"A maggio, per i giorni in cui ho lavorato, secondo il registro delle presenze, erano 19 giorni per un totale di 178 ore, meno due giorni di prova in cui ho lavorato 18 ore, un totale di 160 ore moltiplicato per 4,5, avrei dovuto ricevere 720 euro. Invece, ho ricevuto 661 euro".

​​Abdulai Mohamed, lavoratore in un'azienda agricola biologica a Cassina de' pecchi (MI), Lombardia, Italia
I migranti devono restituire i soldi ai datori di lavoro per lavorare legalmente
"[Se voglio pagare le tasse legalmente, il capo mi ha detto che] dovrei dargli 100 euro ogni mese. E che con quei 100 euro avrebbe pagato per me le tasse. Se voglio lavorare, va bene. Se non voglio lavorare, mi lascia andare. Questo è il loro modo di lavorare".

Lavoratore dell'Africa occidentale, ex-lavoratore per un'azienda agricola biologica (2017-2018), Foggia
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Come il biologico può migliorare le condizioni dei lavoratori agricoli

Secondo i principi del biologico, questo tipo di agricoltura dovrebbe generare benefici per l’ambiente, per la salute delle persone, ma anche per tutti i soggetti del settore, compresi i lavoratori.

Abbiamo visitato aziende agricole italiane che sono molto attente alla qualità dei loro prodotti biologici, ma anche alle condizioni in cui lavorano i loro dipendenti. Sono piccoli esempi che dimostrano come, anche in un settore competitivo con bassi margini e intensità di lavoro, i profitti e l'equità possono coesistere.
AquamelaCerignola, FoggiaPugliaSiciliaMoliseLazioCampaniaCalabriaBasilicataAbruzzo

Un'opportunità di integrazione sociale

Acquamela bio è una piccola azienda famigliare di Cerignola, in provincia di Foggia. La terra l’ha ottenuta il padre, nel dopoguerra. Vito Merra, uno dei figli, ha deciso di passare al biologico circa 20 anni fa. “È stato un modo di ribellarsi al sistema”, dice. Durante la vendemmia, Acquamela bio impiega una dozzina di lavoratori, tutti in regola, italiani e stranieri, soprattutto africani. “Avere un gruppo misto favorisce l’integrazione”, aggiunge Merra. Il biologico garantisce alcuni sussidi e prezzi di vendita superiori al tradizionale e l’azienda sta in piedi. Anzi, sta pianificando investimenti.

Il profitto e l'integrazione sociale: Aquamela Bio
Cooperativa Sociale AlterEcoCerignola, FoggiaPugliaSiciliaMoliseLazioCampaniaCalabriaBasilicataAbruzzo

Un simbolo di liberazione da un'eredità criminale

La Cooperativa Sociale AlterEco gestisce un bene confiscato alla mafia a Cerignola, in provincia di Foggia. È un edificio con del terreno attorno, otto ettari. La cooperativa ci coltiva ciliegie, uva, limoni, olive, melograni. “E anche pomodori: in una terra in cui l’agricoltura sembra impossibile senza caporali, sono un simbolo”, spiega Vincenzo Pugliese, uno dei soci. AlterEco fa agricoltura biologica e ha assunto alcuni lavoratori africani inseriti in un progetto di contrasto al caporalato dell’Ong Terra!. Uno di loro è anche diventato socio della cooperativa. “Abbiamo una piccola produzione, ma è sostenibile”, riprende Pugliese. “Il biologico è una questione di coscienza”.

Piccola scala ma sostenibile: AlterEco (il socio Vincenzo Pugliese nella foto con i prodotti)
Prima BioRignano Garganico, FoggiaPugliaSiciliaMoliseLazioCampaniaCalabriaBasilicataAbruzzo

Quando i produttori diventano trasformatori, lavorare in modo etico è più facile

PrimaBio è un’azienda agricola di Rignano Garganico, in provincia di Foggia. Di medie dimensioni, produce biologico da oltre vent’anni, in larga parte per il mercato estero, soprattutto dell’Europa centrale e settentrionae. “In passato, le aziende bio erano meno ed era più facile”, dice Maria Luisa Terrenzio, figlia del fondatore Giovanni. Dal 2019, PrimaBio assume anche lavoratori africani reclutati dall’Ong No Cap, che cerca di combattere caporalato e sfruttamento tramite una filiera alternativa etica. “Se trasformi i prodotti che coltivi, come facciamo noi, è possibile lavorare eticamente”, commenta Terrenzio.

Passare dalla coltivazione alla produzione: Prima Bio

Illustrazioni di Andrei Cotrut, Fotografia di Diego Ravier